MAROSTICA – Al Panic Jazz Club la mostra di Mats Bergquist, artista svedese da anni residente in Italia, che propone i suoi ultimi lavori. Si tratta per la maggior parte di grandi tavole monocrome giocate sui colori del bianco, del grigio e del nero, per la realizzazione delle quali usa la tecnica antichissima delle icone russe e greche. Si attua così un contrasto forte fra un linguaggio così contempora- neo, quello di una pittura monocroma, lineare e razionale, ed un lavoro altamente artigianale e legato ad una tradizione così importante.
L’azzeramento della pittura, la spogliazione di ogni orpello narrativo e iconografico che farebbero pensare ad un atto di puro razionalismo, si equilibrano nella manualità di questa tecnica che vede, oltre all’utilizzo di un materiale caldo e carico di storia come il legno (il pero ungherese), pazienti strati di tela di lino trattati con colla di coniglio, gessi e pigmenti. Ad una lettura attenta, poi, le superfici di queste tavole si rivelano come curvature dolci, forme convesse, dove bianco e nero non sono colori assoluti ma “sporchi”. L’artista, nelle definizione delle superfici, si cimenta anche nella tecnica dell’encausto, usata negli antichi sarcofagi dei Copti, prima colonia cristiana dell’Africa del Nord. Questo valore primario e supremo dato al corpo dell’opera, la sensibilità per il colore, la manualità meditata e vissuta diventano quasi atto di preghiera, gesto di spiritualità estrema che si compie sui materiali e sulle proporzioni.
La mostra è visitabile negli orari di apertura del locale. Il Panic Jazz Club, tempio riconosciuto della musica jazz, per l’occasione è “contaminato” dalle voci di due cantanti lirici, il greco Yiannis Vassilakis (voce e chitarra) e Rossana Bertolo (voce). Mats Berquist, nato a Stoccolma nel 1960, vive e lavora a Marostica. Ha all’attivo numerose esposizioni personali e collettive in tutta Europa. In mostra, catalogo a cura di Bruno Corà.
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